La morte di ogni uomo è una perdita; la morte di un grande uomo è una grande perdita.
Ma la scomparsa di un grande uomo può trasformarsi da un momento di depressione e tristezza in un momento di illuminazione, di orgoglio, di riflessione e di apprezzamento della vita e dell’impegno.
Luc Picard (1937-2021) è stato un grande uomo. Ripercorrere le tappe della sua vita, non solo le straordinarie realizzazioni professionali di medico neuroradiologo, o quelle della sua carriera di docente e maestro, ma anche le motivazioni più profonde, le radici etiche e culturali del suo agire, lenisce, con la ricchezza di insegnamenti che ne emergono, il dolore e la tristezza per la scomparsa e per la perdita dell’uomo.
Ci mancherà il suo fare spontaneo, la sua semplicità, la sua modestia, la sua ironia e autoironia anche, la sua disponibilità all’incontro, al dialogo, allo scambio. Ci mancherà il suo “quieto dinamismo” che può sembrare un ossimoro ma non lo è. Mai fanatico nè intollerante, ma determinato pur se diplomatico nei suoi importanti compiti societari nazionali e internazionali. Mosso da un naturale desiderio di insegnare, di condividere le sue capacità e le sue conoscenze, per diffondere e fare crescere nel mondo la disciplina che aveva contribuito a creare e a fare crescere, la neuroradiologia interventistica, nel rispetto dei pazienti e dei loro familiari, Luc Picard aveva il sacro fuoco del maestro, interessato prima all’allievo che a se stesso.
Iniziata la carriera di medico come specialista in neurologia, il centro delle sue riflessioni e delle sue decisioni era sempre il paziente, la sua salute e la sua personalità, da capire e da rispettare. Divenuto neuroradiologo, a Nancy Luc Picard aveva rapidamente creato una scuola che vedrà passare e che formerà neuroradiologi da tutto il mondo, dalla Cina al Sud America. Molti italiani si sono formati alla sua scuola. Non solo il suo reparto era aperto ed accogliente; quando si andava a Nancy, sia che fosse per restare a lungo per imparare, o per brevi puntate magari accompagnando pazienti con patologie complesse e difficili, malformazioni vascolari multiple, sindromi genetiche, Picard apriva anche la sua casa, coadiuvato dalla discreta e gentile presenza di sua moglie Francoise. E allora non si parlava solo di medicina e di trattamenti endovascolari complessi. Sia Luc che Francoise erano persone di grande cultura e di vasti interessi. Non solo il futuro della disciplina, il suo sviluppo e la sua crescita nel più ampio campo delle neuroscienze e del loro rapido e tumultuoso sviluppo nei settori della genetica, della biologia molecolare, della neurofarmacologia, ma anche i problemi etici, sociali, economici della medicina e della società in genere erano argomenti affrontati e dibattuti. Il suo sguardo era sempre rivolto al futuro, con la preoccupazione di riuscire a prevedere e anticipare gli eventi, in modo da essere attrezzati per determinarne il corso nell’interesse della medicina, della scienza e dei pazienti.
Non è qui il caso di ricordare tutte le tappe di carriera, né i numerosi riconoscimenti e le onorificenze di cui Luc Picard è stato insignito. Basti citare il prestigioso titolo di Chevalier de la Légion d’honneur conferitogli nel 2002 e la Laurea Honoris causa conferitagli dalla Alma Mater Università di Bologna nel 2010. Picard oltre che essere il Direttore della Neuroradiologia di Nancy, professore di quella Università, era stato tra i fondatori della World Federation of Therapeutic and Interventional Neuroradiology (WFITN) di cui era stato Presidente dal 1993 al 1995, tra i fondatori della Società Francese e della Società Europea di Neuroradiologia, organizzatore di un frequentatissimo corso a cadenza annuale, il WIN, Working Group of Interventional Neuroradiology a Val d’Isère, in Francia, organizzatore e Presidente del XVII Symposium Neuroradiologicum dal 18 al 24 agosto 2002 a Parigi, e molto altro.
Grande attenzione Picard la ha anche sempre sempre all’etica della professione medica, con giornate dedicate a Val D’Isere proprio su questo punto nel corso di vari meeting.
La Neuroradiologia mondiale ricorderà con gratitudine la generosità e l’impegno di Luc Picard; il suo insegnamento non andrà perso se servirà di esempio e di stimolo per cercare di raccoglierne le qualità di maestro e di leader e farne un modello di comportamento di ciascuno di noi.
Grazie Luc, non ti dimenticheremo.
Pepe Scotti e Mario Muto