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Caro Giancarlo eccoci iniziamo.

1 – Partiamo dal tuo lavoro di docente universitario.
Nel corso degli anni il tuo rapporto con gli studenti è cambiato in meglio o in peggio?

Durante il periodo del mio insegnamento di Neuroradiologia alla Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze, il mio rapporto con gli studenti è stato sempre molto buono e ho avuto tanti allievi che si sono appassionati alla Neuroradiologia e poi hanno seguito questa strada

2 – Cosa accomuna arte e neuroradiologia?

La bellezza delle immagini ed il loro significato palese o nascosto.
La mia passione sulla attività del Vasari ne è la testimonianza.

3 – Come nacque l’idea di scrivere un manuale sia di TC che RM che sono poi rimasti testi storici della nostra disciplina?

Nacque dopo i primi Corsi TC che organizzai a Firenze e dintorni (mitico fu il primo, nel Castello di Gargonza) negli anni ’80 che ebbero molto successo grazie al contributo di un nucleo di appassionati docenti.
La mancanza di testi in lingua italiana mi spinse a realizzare il primo manuale TC (il famoso “libretto rosso”) dandogli un taglio editoriale molto pratico: sostenevo che doveva essere un “fedele compagno di viaggio”.
Scelsi un formato e una veste tipografica in brossura molto pratica e semplice che incontrò il favore dei lettori.
Il Compendio TAC era facilmente “trasportabile” e leggibile ovunque: è stato un importante mezzo di diffusione della metodica.
Dicono che quasi tutte le Specializzande in Radiologia … siano andate a letto con “il Dal Pozzo”, così chiamavano il manuale.
Per il Compendio RM che fu publicato nel 2002 la storia è la stessa: deriva dall’esperienza di numerosi Corsi fatti a Firenze. Solo che per una politica editoriale – che non condividevo – ne fu realizzata una versione elegante e cartonata, “non trasportabile” (anche per il suo peso superiore a 5 kg.)

4 – Come sempre il tuo umorismo è eccezionale!!
Perchè hai fatto il Neuroradiologo?

Facevo da anni il Radiologo generale e con l’avvento della TAC, verso la fine degli anni ’70, cominciai a partecipare a riunioni e congressi in cui la metodica “accomumava” Radiologi e Neuroradiologi: rimasi affascinato dalla cultura, dalla preparazione professionale e dalle conoscenze di questi “cugini”.
Stimolato da loro decisi di dedicarmi a questa nuova disciplina e sono felice di questa mia scelta.

5 – Parlami di tre persone che hanno influenzato la tua vita professionale e le tue scelte

Sono almeno tre più uno:
Sossio Cirillo
Mino Andreula
Massimo Gallucci
+
Marco Leonardi

Ci siamo conosciuti “per caso “ nei vari congressi radiologici e neuroradiologici e ne è nata prima una forte simpatia e poi una grande amicizia.
Assieme abbiamo lavorato tanto per diffondere ed affermare la Neuroradiologia senza di Loro la mia vita neuroradiologica sarebbe stata molto meno interessante.
Quando penso a Loro nel mio cervello risuonano la musica e le parole di Reginella !

6 – La Toscana, Firenze, che rapporto hai con la tua terra

Credo di essere stato fortunato a nascere e vivere in Toscana senza nulla togliere ad altre magnifiche regioni d’Italia.
Amo la Toscana e l’ho sempre amata

7 – Tu vivi in Toscana, considerata la regione con uno dei migliori 21 sistemi
sanitari italiani.
Come si integrano pubblico e privato, didattica, ricerca ed assistenza?

Si integrano e si sono integrati molto male.
Il mio giudizio è assolutamete negativo: durante tutto il mio periodo professionale ho trovato sempre grandi difficoltà a rapportarmi con i governanti regionali che mi sono stati sempre ostili ed hanno spesso contrastato la mia attività pubblica e privata.
Anche sul versante universitario ho avuto tanti “oppositori”, tanti ostacoli e tante delusioni: per questi motivi e per protesta, nel 1998 anzi tempo ed ancora relativamente giovane, mi dimisi dall’Università.
In quell’anno ero Presidente della AINR e quella prestigiosa carica mi fu di grande aiuto morale.

8 – Ci racconti una piccola barzelletta?

Negli anni ’30 del secolo scorso un italo-americano nato e vissuto a New York grosso imprenditore edile, viene a Firenze per conoscere la citta dei suoi avi.
Giunto alla stazione prende una carrozzella con cavallo e guidatore (a Firenze si chiamano fiaccherai).
Gli racconta la sua storia e chiede di fare un giro per la città.
Giunto in piazza del Duomo, l’italo-americano (IA) chiede al Fiaccheraio (F):
-cosa essere questo grande building ?
F : l’è i Duomo di Firenze !
IA : quanti anni per costruire questo building ?
F: ma non so, forse 100-120 anni
A : Io in America faccio building come questo in 10 anni !
IA : ma che cosa è questo grattacielo accanto al Duomo ?
F : l’è il campanile di Giotto!
IA : quanti anni per costruire questo grattacielo ?
F : ma, non so forse 50-60 anni
Poi passano il Ponte Vecchio e si dirigono verso Palazzo Pitti e nel percorso le domande e le risposte si susseguono alla stessa maniera, e il fiaccheraio si era stufato.
Giunti in piazza Pitti il fiaccheraio, ammutolito, non apre bocca.
L’italo-americano allora lo tira per la manica e gli chiede: ma cosa essere questo grande building ??
Il Fiaccheraio dopo un po’ di silenzio, risponde:
“Ma non so, ieri non c’era !!!”

9 – Cosa consiglieresti oggi alla Presidenza AINR per aumentare diffusione della disciplina e numero di iscritti?

Corsi, Corsi, Corsi
Un abbraccio
Giancarlo