E’ venuto a mancare il Prof. Francesco Smaltino

E’ doveroso ricordarne la figura, in quanto appartenente agli albori della Neuroradiologia in Italia; è il Prof. Raffaele Elefante a ricordarmi le tappe essenziali della sua carriera.

Dopo la Specializzazione, acquisisce le basi della Neuroradiologia Diagnostica all’Ospedale Saint’Anne di Parigi, dove incontra il Prof. Giovanni Ruggiero. Rientra a Napoli presso la Clinica Universitaria delle Malattie Nervose e Mentali, diretta dal Prof. Vito Longo, in cui aveva già lavorato il Prof. Giovanni di Chiro e nella quale era stato istituito un servizio autonomo di Neuroradiologia.

Nel 1961 partecipa a Sorrento alla fondazione della Associazione tra medici Neuroradiologi, insieme a nomi storici dell’epoca (oltre Ruggiero, Ghirardi, Sicuro, Calabro’, Valentino, Castorina, ed altri).

Acquisisce il titolo di libera docenza in 3 discipline: Neuroradiologia, Neurologia e Radiologia.

Nel 1978 diviene il primo Professore Aggregato di Neuroradiologia in Italia presso l’Università Federico II di Napoli; l’anno successivo diviene (ope legis) Professore Ordinario di Radiologia.

Il Prof. Smaltino è stato parte integrante della prima generazione di Neuroradiologi italiani, insieme a Ruggiero, Lombardi, Passerini, Dettori, Calabrò, Dettori, Galligioni, Sicuro, Elefante ed altri, con i quali ha contribuito a rendere la Neuroradiologia disciplina autonoma tra la Radiologia e la Neurologia.

Per quanti lo hanno conosciuto, per quanti non lo hanno conosciuto, mi sento in dovere di ricordarne la memoria. Severo con sé stesso, con i collaboratori e con gli studenti; ma al tempo stesso dotato di una naturale ironia del tutto partenopea. Con tutto il mio affetto, sincero e malinconico, messo alla prova dal passare del tempo e dalle distanze che la vita ci impone; e con la riconoscenza che lo studente di allora deve alla persona tra le prime incontrate nella vita professionale.

Ferdinando Caranci

 

Conobbi il prof. Smaltino nel settembre del 1978, quando decisi ,da giovane neurochirurgo, che la mia strada era legata alla Neuroradiologia , disciplina che mi aveva già portato nel mondo della encefalografia frazionata con la quale mi cimentavo ormai da alcuni anni .

I neurologi del mio ospedale mi avevano chiesto di fare una lezione sulla diagnostica neuroradiologica della ischemia cerebrale ,compito difficile da realizzare senza poter mostrare degli esempi di Tomografia Computerizzata, apparecchiatura che ancora in Sicilia non c’era.

Il prof. Francesco Smaltino lavorava a Napoli presso uno dei primi dipartimenti intergrati di neuroscienze diretto dal fratello di mio padre il Prof. Vito Longo, per me lo zio Vito.

Era affiancato dal giovane prof Raffaele Elefante e il Neurochirurgo di riferimento, sempre della stessa scuola era il prof. Fausto D’Andrea.

Ricordo perfettamente quella cena a casa del Prof. D’Andrea , avvenuta la sera prima di andare in Ospedale, dove fui presentato ai due mostri sacri della Neuroradiologia partenopea ai quali dissi ,quasi con pudore, che avrei voluto fare quel lavoro perché vedevo la mia vita dedicata a questa disciplina che mi aveva affascinato.

L’indomani mi recai in ospedale e vidi fare un’encefalografia frazionata in un paziente con sospetto di adenoma ipofisario.

L’apparecchiatura era vetusta , un semplice trocoscopio, causa di lamentele perché non aveva la possibilità di fare le stratigrafie.

Il paziente fu sottoposto a puntura lombare e quindi letteralmente appollaiato in una sorta di trespolo . Successivamente, tolto il supporto che lo teneva seduto con il capo esteso, venne adagiato sul lettino . Lo stesso Smaltino disse che era necessario uno strato mediano della sella ,in sagittale.

Lo fece a modo suo : mosse con due dita , incurante della esposizione radiante, il naso del paziente , praticamente facendo pendolare il cranio e non lo stativo.

Il risultato fu sorprendente e mi entusiasmò dandomi coraggio.

“Ue’ Marcè’ si può fare!” disse dimostrandomi che , anche senza una tecnologia avanzata, ma con intelligenza si poteva fare diagnosi di adenoma ipofisario . Solo un po’ d’aria e un vecchio trocoscopio.

Per un ragazzo come me che lavorava in un ospedale del sud ,peraltro alla periferia dell’impero ,questa considerazione probabilmente fu la cosa più importante che imparai in quel periodo.

Il pomeriggio dello stesso giorno andammo in una casa di cura “ Villa Dei Gerani” dove era stato montato il primo apparecchio di TC del sud Italia.

Il mitico Pfizer 200 ( la Pfizer allora non faceva solo farmaci) un apparecchio traslating and moving che faceva un esame del cranio in circa 20 minuti.

Dopo l’effettuazione della TC ,il Prof. mi fece sedere accanto a lui e ,con alle spalle il Prof. Elefante, mi mostrarono le lastre e lui refertò l’esame.

Ricordo che mi chiese cosa fosse una determinata struttura indicandola e rimase meravigliato quando riconobbi la testa del nucleo caudato. Pura fortuna del principiante, non avevo mai visto una Tomografia Computerizzata ma un po’per la verità mi ero acculturato.

Quello stesso pomeriggio ci venne a trovare una altro Neuroradiologo ,il Prof Bernini che in seguito ebbi modo di apprezzare per la sua profonda cultura .

Alla fine della giornata mi diede uno scatolino con quattro o cinque diapositive di un caso di ischemia cerebrale che avevano studiato giorni prima.

Mi spiegò la ipodensità cortico-sottocorticale , l’area di distribuzione tipica di un infarto silviano sinistro, e mi disse che era contento che lo mostrassi agli studenti a Messina.

Tornai a casa quindici giorni dopo e in quel lasso di tempo fui rapito dalla nuova tecnica.

Che devo dire del prof. Smaltino ? Non è stata la causa della mia vocazione ma mi ha fatto capire che il mondo era cambiato. Era finita l’era dei temerari con le macchine volanti, si affacciava la radiologia digitale e tutti dovevamo adeguarci.

Il Prof. l’ho frequentato per anni , severo ma Napoletano nel più profondo con tutti i pregi che questa condizione determina in un uomo.

Lo rividi una mattina alcuni anni dopo a casa di mio zio Vito che era morto la notte precedente.

Mi aiutò a vestirlo per l’ultimo viaggio e pianse accorato dicendomi che non l’ avrebbe mai dimenticato.

Negli anni successivi le nostre strade si allontanarono , io ero sempre più interventista e lui sempre più Radiologo .

Tuttavia quando si inaugurò la sezione di Neuroradiologia della SIRM , Lui fu scelto come primo coordinatore. Non era una carica elettiva fu nominato direttamente dal Consiglio Direttivo della SIRM e decise lui i componenti del gruppo : lo disse a me e ad Alessandra Splendiani.

Con Francesco Smaltino è andato via un pezzo della nostra Storia, non sempre benevolo nei riguardi dei Neuroradiologi ma fondamentale per l’affermarsi in Italia della nostra disciplina.

Io gli sono profondamente grato e , avendolo conosciuto più da vicino, dispiaciuto per l’uomo che è andato via e che ci avrebbe potuto raccontare ancora tante storie affascinanti del nostro mondo.

Marcello Longo